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18 02 2012 - Apologetica 3 di 3 - M. Palmaro

Eventi anni passati > Anno 2012


V CORSO DI APOLOGETICA
Gennaio/Febbraio 2012

Prof. Mario Palmaro
Filosofo del diritto, presidente del Comitato Verità e Vita

I FONDAMENTI CATECHETICI DELLA MORALITÀ DELLE AZIONI UMANE:
CONDIZIONI, LIMITI, RAZIONALITÀ E RIFERIMENTI NON DISCUTIBILI
AFFINCHÉ OGNI AGIRE DEL CRISTIANO SIA CERTAMENTE RETTO


18 febbraio 2012, ore 16:00 - 18:00
Parrocchia dello Spirito Santo in Modena

Esistono valori assoluti “non negoziabili”? Per molti no! Ecco perché per tanti l’uccisione di un innocente non è più un delitto se non è ancora nato oppure se sta morendo, se è gravemente ammalato oppure disturba! Parlare di questi temi è fondamentale per far conoscere – ai cattolici e non cattolici - la posizione della Chiesa di Roma, che fonda la sua dottrina sulla Sacra Scrittura – integralmente letta - e sull’insegnamento dei pontefici (es. “Veritatis splendor” del 1993 e “Caritas in veritate” del 2009).

Così si è espresso sabato 17 marzo u.s., presso la Parrocchia dello Spirito Santo, evidenziando i pericoli e i danni della dittatura del relativismo - strenuamente osteggiata da Papa Benedetto XVI -
il Prof.Mario Palmaro, intervenendo alla conferenza incentrata sul significato e il valore della morale nella società contemporanea, organizzata dal Centro Culturale Cattolico IL FARO di Modena. Sapevamo già che la parola “morale”, sepolta nel ’68 e risuscitata oggigiorno, era stata declinata e tradotta in molteplici modi, eppure il docente è riuscito ad indicarne altri.

Infatti, se sono tanti coloro che tentano impulsivamente di sbarazzarsene, poi la riciclano per spiegare di poterne fare a meno, poiché “l’unica verità è che non esiste alcuna verità”, altrettanti sono coloro che sistematicamente rifiutano di riconoscere nell’uomo l’impronta di Dio, escludendo in tal modo la dimensione trascendentale e imprigionando tutto nella dimensione orizzontale! A parole e a fatti la morale spesso coincide con l’opinione, decretandone così la morte, in quanto risulta impossibile trovare un terreno di confronto quando se ne nega l’esistenza. Forse ci si può rapportare, seppur a grande distanza, con chi considera attinente alla morale esclusivamente ciò che commuove, perché questo può favorire la riflessione personale, sempre che l’iper valorizzazione del sentimento non si trasformi in vuoto sentimentalismo.

C’è poi chi si conforma totalmente al pensiero altrui appiattendosi e assorbendo la mentalità prevalente: questo avviene per coloro che fanno coincidere morale e costume, ingoiando acriticamente quanto viene propinato dai mass media; oppure per coloro che riducono la morale a una questione di fede, escludendo la necessità della ragione (“Per Martin Lutero la ragione era la prostituta del demonio”); oppure ancora per coloro che valorizzano solo quanto viene scientificamente accertato, ignorando ciò che non può essere sperimentato. “In questo mondo nebuloso in cui senza luce tutto è indistinto - Hegel scrisse che di notte tutte le vacche sono nere - la luce c’è ed è Cristo. Allora, con umiltà riconosciamo di non essere in grado di auto-sollevarci e accorriamo a Dio mediante i Sacramenti.”            

(Simonetta Delle Donne)


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