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Ambiente e ambientalismo

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COSA C'E' IN BALLO NEL REFERENDUM AMBIENTALISTA E IDEOLOGICO SULLE TRIVELLE
Ecco perché al referendum invitiamo a non andare a votare (invece per monsignor Nunzio Galantino, segretario della CEI, la lotta alle trivelle diventa la priorità per la Chiesa e i cristiani)
17/03/2016 - di Stefano Magni

Entra nel vivo la mobilitazione del comitato No Triv. Non c'è social network che non sia invaso dalla campagna referendaria, quasi sempre a favore del Sì (per uno dei paradossi referendari, la campagna dei No Triv è quella del Sì). A volte si tratta di una campagna anche molto greve, come il meme digitale "Trivella tua sorella", con immagine esplicita annessa, poi sospeso l'altro ieri con mille scuse dall'agenzia Be Shaped.
Il 17 aprile prossimo si voterà al referendum sulle trivelle: ai cittadini verrà chiesto se vorranno che vengano fermati i 21 giacimenti in attività nelle acque italiane, entro le 12 miglia dalla costa, quando saranno scadute le concessioni. In pratica, per motivi ambientali, si vuole fermare lo sfruttamento delle riserve di gas sui fondali marittimi italiani giudicati troppo vicini alle coste e dunque dannosi per l'ambiente e per la salute. Nel caso vincesse il Sì al referendum, nell'arco di 5, o 10 anni al massimo, quando scadranno le ultime concessioni, queste non verranno rinnovate. Anche se ci fosse ancora del gas da estrarre, l'Eni dovrebbe lasciarlo lì dove è, sotto il fondale marittimo.

Titolo originale: No Triv, un referendum tutt'altro che scontato
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17/03/2016
Pubblicato su BastaBugie n. 446

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