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Lazzaretti - Le interviste non sono magistero

Indice analitico
 

LE INTERVISTE NON SONO MAGISTERO

Giovanni Lazzaretti


San Martino in Rio, 15 novembre 2013, Sant’Alberto Magno

Citare “alla lettera” significa cogliere esattamente il pensiero che sta dietro alla citazione?
Dipende.
Ci sono testi, caso tipico è il Catechismo, in cui le varie proposizioni sono scritte con l’intento di definire un tema in modo esaustivo. Citare una singola proposizione in questo caso dà una certa sicurezza: altre frasi del Catechismo potranno essere utilizzate per completare e arricchire, ma non cambieranno il senso della proposizione iniziale.
Ci sono casi invece in cui la citazione alla lettera conduce fuori strada. “Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra”: ecco la tipica frase del Vangelo da NON prendere alla lettera.
Infatti quando Gesù ricevette uno schiaffo non porse l’altra guancia, ma replicò: “Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?”. E Paolo, colpito sulla bocca, non porse nulla, ma gridò infuriato: “Dio percuoterà te, muro imbiancato! Tu siedi a giudicarmi secondo la Legge e contro la Legge comandi di percuotermi?”.
Il “porgi l’altra guancia” diventa così una questione complessa, irresolubile con la sola interpretazione letterale, questione che ha impegnato grandi pensatori come San Tommaso d’Aquino o Josef Pieper.
Riflettevo su queste cose leggendo i commenti alle esternazioni mediatiche di Papa Francesco (lettera a Scalfari, intervista a Civiltà Cattolica, intervista a Scalfari). Ho visto commenti euforici di persone che vedono una nuova dottrina. Ho visto commenti amari di persone che sentono alterata la dottrina. Ma gli uni e gli altri citavano le frasi alla lettera, senza un contesto.
Bene ha fatto quindi il Vaticano a rimuovere dal sito ufficiale della Santa Sede (www.vatican.va) il testo dell'intervista concessa da Papa Francesco a Eugenio Scalfari: troppe le interpretazioni distorte.
"L'intervista è attendibile in senso generale, ma non nelle singole valutazioni: per questo si è ritenuto di non farne un testo consultabile sul sito della Santa Sede. In sostanza, togliendola si è fatta una messa a punto della natura di quel testo. C'era qualche equivoco e dibattito sul suo valore. Lo ha deciso la Segreteria di Stato" (padre Federico Lombardi, citazione tratta da www.italiaoggi.it)
Le interviste non sono Magistero.
Ci fu il dubbio che lo fossero i libri pubblicati dai Papi, ma Benedetto XVI chiuse la questione: “Questo libro non è in alcun modo un atto magisteriale ma è unicamente l'espressione della mia ricerca personale del volto di Cristo. Perciò ognuno è libero di contraddirmi” (prefazione a “Gesù di Nazaret”).
Se un libro non è Magistero, figuriamoci un’intervista, limitata
- dalla fretta (tra il colloquio a voce e la pubblicazione su carta non può trascorrere molto tempo),
- dallo spazio (su un giornale o su una rivista non puoi mai esagerare col numero di parole),
- dall’essere una miscellanea (in un’intervista raramente viene sviluppato un tema da cima a fondo; in genere vengono raccolti molti argomenti diversi, ognuno dei quali necessiterebbe di un trattato);
- dall’influsso dell’intervistatore (l’intervistatore ha una sua personalità, incanala le domande, crea l’ambiente, usa l’intervista anche dopo la pubblicazione; sia Scalfari, sia padre Spadaro, dopo l’intervista sono usciti con un libro).
L’intervistatore può addirittura introdurre errori espliciti. Scalfari, ad esempio, iniziava una domanda così: “Lei, Santità, l’aveva già scritto nella lettera che mi indirizzò. La coscienza è autonoma”.
Vado a riprendere la lettera del Papa a Scalfari e vedo che quell’espressione non c’è, e non c’è nemmeno la parola “autonoma”.
Papa Francesco parlò di coscienza il 30 giugno all’Angelus definendola tutt’altro che autonoma: “Dobbiamo imparare ad ascoltare di più la nostra coscienza. Ma attenzione! Questo non significa seguire il proprio io, fare quello che mi interessa, che mi conviene, che mi piace. Non è questo! La coscienza è lo spazio interiore dell’ascolto della verità, del bene, dell’ascolto di Dio”.
Se un’intervista non è Magistero, dovrà essere letta alla luce del Magistero.
Prendiamo allora la frase più clamorosa di Papa Francesco, nell’intervista a Scalfari: “Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo”.
Se le parole hanno un senso, “ciascuno” significa “ciascuno”. Anche Hitler aveva una sua idea del Bene: eliminare handicappati, ebrei, e quant’altro, e porre la razza ariana a dominare l’Europa. Seguì il Bene come lui lo concepiva: pochi oserebbero dire che migliorò il mondo.
Dunque i casi sono due: o Papa Francesco è impazzito, oppure manca il contesto.
E’ vera la seconda ipotesi: manca il contesto. Ma non è che manchi nella mente e nel cuore del Papa, manca solo nella “lettera” dell’intervista.
Il contesto è questo articolo del Compendio del Catechismo: “La legge naturale, iscritta dal Creatore nel cuore di ogni uomo, consiste in una partecipazione alla sapienza e alla bontà di Dio ed esprime il senso morale originario, che permette all'uomo di discernere, per mezzo della ragione, il bene e il male. Essa è universale e immutabile e pone la base dei doveri e dei diritti fondamentali della persona, nonché della comunità umana e della stessa legge civile”.
- Senza questo pilastro il processo di Norimberga avrebbe mandato assolti tutti i gerarchi nazisti.
- Senza questo pilastro la frase di Papa Francesco sarebbe incomprensibile.
Solo all’interno della legge naturale universale è perfettamente vero che “ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce”:
- tante idee del Bene incomplete e frammentarie, perché siamo limitati;
- ma ognuna di esse sarà un’idea del Bene sicura e non erronea, perché nata da retta coscienza.
Tante piccole lampade per un’unica Luce.
La “ley natural” non viene ribadita ogni volta da Papa Francesco, che la dà per scontata: nessun matematico a ogni teorema ripete i postulati; nessun commentatore può citare le frasi del Papa in un’intervista senza inquadrarle nel contesto della dottrina della Chiesa, di cui la legge naturale fa parte.
A Scalfari e ai suoi lettori avrebbe fatto bene un ripassino sulla legge naturale da parte del Papa? O invece è meglio che Scalfari si rigiri nel letto, meditando se quella parola “ciascuno” deve includere anche Hitler? Qui entriamo nell’ambito delle libere opinioni.
L’importante è avere chiaro che è la dottrina della Chiesa a dar luce all’intervista, e non viceversa.

Giovanni Lazzaretti


 
 
 
 
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